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Santiago Calatrava - Parte Prima: Biografia, Poetica, Opere

Appunti e Ricerche condotte nell’ambito del corso di Architettura e Composizione II


Biografia

Santiago Calatrava è nato a Valencia, dove ha frequentato la Scuola di Architettura e la Scuola di Arti e Mestieri. Dopo la laurea, nel 1975, si è iscritto alla Scuola Politecnica Federale (ETH) di Zurigo per la laurea in Ingegneria Civile. In questi anni Calatrava subisce l'influenza dello svizzero Le Corbusier, la cui cappella Notre Dame du Haut gli permette di esaminare come le forme complesse possano essere comprese e generate in architettura. Nel 1981, dopo aver completato la tesi di dottorato "Sulla piegabilità delle strutture" ("ZurS Faltbarkeit von Fachwerken"), ha iniziato l'attività professionale di architetto ed ingegnere aprendo uno studio a Zurigo.
Lo stile di Calatrava combina una concezione visuale dell'architettura all'interazione con i principi dell'ingegneria; i suoi lavori spesso sono ispirati alle forme ed alle strutture che si trovano in natura.
Per quanto primariamente noto come architetto, Calatrava è anche scultore e pittore e sostiene che l'architettura sia un combinare tutte le arti in una sola.
Da architetto, spesso produce degli schizzi realizzati ad acquarello, sulla base dei quali lui e il personale del suo studio sviluppa il progetto architettonico e strutturale. (tratto da Wikipedia)

Poetica

Le caratteristiche delle opere di Calatrava sono quindi la concezione plastica degli edifici che spesso si rifanno a forme e movimenti delle piante, animali piuttosto che dell’uomo, e in questo gli sono molto utili gli schizzi o delle sculture che fungono da anello di congiunzione tra l’opera e l’immagine naturale.
Altra caratteristica equamente presente in tutte le sue opere è lo studio della mobilità, argomento che lo ha sempre interessato sin dalla tesi di laurea. La mobilità della struttura è ricercata nei meccanismi di apertura di porte più o meno nascoste, coperture o interi edifici; e anche quando non sembra che vi siano oggetti in movimento, il movimento è intrinseco nella concezione della struttura stessa in quanto le forme sono dettate dalla tensione delle forze a cui sono sottoposti gli elementi.
Ancora un’altra caratteristica è quella di differenziare i materiali in funzione del compito a cui devono assolvere, userà il calcestruzzo per quelle parti compresse, l’acciaio per quelle in tensione, a sbalzo o che necessitano di una particolare leggerezza, il vetro per permettere l’ingresso della luce mai lasciata al caso.



Magazzino Ernsting, Coesfeld-Lette, Germania, 1983 – 1985

Calatrava vi lavora in collaborazione con Fabio Reinhardt e Bruno Reichlin.
Il progetto, commissionato da un rivenditore di abbigliamento casual, consisteva nel rivestire in alluminio un grande edificio prismatico (industria tessile) in calcestruzzo, per conferirgli una caratteristica che lo potesse contraddistinguere.
Con questo progetto Calatrava cominciò a sviluppare una poetica del movimento che si comprenderà meglio due anni dopo nei progetti dei ponti.
L’ edificio viene rivestito da degli stretti profilati in alluminio verticali, che nei prospetti laterali richiamano forme che si rifanno ai canoni del tempio classico.
Il movimento è dato dalla sequenza di concavo convesso che richiamano l’immagine del colonnato dorico con le sue scalmanature, anche qui, come nelle colonne doriche, la struttura non ha un basamento, ma poggia direttamente sulla base in cemento.
La parte più interessante del progetto, dove a mio parere più di tutte viene studiato il movimento, è il meccanismo di apertura delle tre grandi porte di servizio. Queste sono realizzate attraverso l’accostamento degli stessi profilati d’alluminio utilizzati nella facciata ma articolati in tre punti, come un ginocchio; sono legate tutte insieme alle due estremità, e libere al centro. Il diverso posizionamento in altezza del ginocchio di ogni profilato, fa si che quando si alza la base in verticale i profilati vengono a sporgere dal piano della facciata e si dispongono in maniera curva assumendo la funzione di pensilina.



Stazione ferroviaria Stadelhafen, Zurigo, Svizzera, 1993 – 1990

La stazione si trova in un’area urbana densamente popolata, fra la piazza Stadlhafen e la collina della Hohenpromenade. Calatrava propose una piattaforma aperta che seguisse l’inclinazione della collina.
La struttura consiste in una sezione continua di 270 metri che segue i binari.
La collina è trattenuta da una trave scatolata in calcestruzzo, sostenuta sul retro da un muro e sul davanti da una sere di colonne in acciaio ad Y inclinate per dare una maggiore efficienza strutturale. Sopra la trave scatolata si trova una passeggiata protetta da una pensilina metallica, da qui i viaggiatori che vengono dalla collina raggiungono le banchine attraverso le scale o l’ascensore, oppure attraverso i ponti che scavalcano i binari.
Anche il lato opposto dei binari è protetto da un sistema di pensiline dove una serie di colonne ad ala sostengono un tubo su cui vengono attaccate delle travi che sostengono la superficie vetrata.
Sotto i binari c’è un sotto passaggio che funge anche da centro commerciale sotterraneo, al quale si accede da due aperture in acciaio sulla strada che proteggono i viaggiatori che entrano nel centro commerciale e che piegandosi chiudono l’ingresso di sera.
Oltre alla cura di ogni minimo dettaglio, quello che caratterizza la stazione è il grande studio dei flussi. Troviamo percorsi pedonali dalla collina, accessi dalla piazza, l’inserimento di un centro commerciale, e tutto questo si interseca col passaggio dei treni veloci.

3 commenti:

  1. Finalmente siete tornati. :)
    Aspetterò gli altri allora...

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  2. Bellissimo post,complimenti!Visto che mi sembrate molto ferrati in argomento, avrei una domanda, se doveste paragonare Calatrava ad architetti, pittori o scultori del passato chi citereste oltre a magari Antoni Gaudì?Perchè dovrei fare una lezione a scuola su questo e vorrei essere il più esauriente possibile..grazie in anticipo!!!

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  3. non le consiglio di trattare argomenti così a scuola perchè gli alunni si incazzano!

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