Ad Menu

VENEZIA 2010 - Padiglione Italia - Laboratorio Italia

Speciale VENEZIA 2010 su Petra Dura.

Laboratorio Italia è la seconda sezione del padiglione italiano Ailati curato da Luca Molinari.
Si tratta della parte più ampia, quella che ha il compito di sondare le realtà di confine, i progetti nostrani. Ha la chiara intenzione di essere anche la più importante, la più significativa. A differenza delle altre due, "Amnesia nel presente" e "Italia 2050", si pone come campo di indagine il presente con la sola inclusione delle opere effettivamente costruite. A tal proposito Molinari afferma (1):
"...qui ho voluto mettere in mostra solo opere costruite. È una scelta un po’ radicale, ma non volevo una mostra che esponesse solo dei disegni, e volevo al tempo stesso sfatare quel luogo comune secondo il quale in Italia sembra non accada mai nulla di nuovo."

Quarantotto tavoli stracolmi di materiale altamente comunicativo (plastici e foto in primis) per declinare dieci temi della contemporaneità (2): Progettare solidale; Abitare sotto i 1000 euro al mq; Cosa fare dei beni sequestrati alle mafie; Emergenza paesaggio; Spazi per comunità; Nuovi spazi pubblici; Ripensare città; Archetipo/prototipo; Work in progress; Innesti.
Potremmo dire che si tratta di temi tradizionali, alcuni ripresi anche dalla scorsa biennale.

Laboratorio Italia - Fotografia originale di Giuseppe Scandura

Il viaggio all'interno del "Laboratorio Italia" si muove per tematiche senza soluzione di continuità tra nord e sud. Un unicum che mette insieme esperienze ailati, anche ailati opposti. Vale la pena approfondire alcuni progetti ponendoli in diretta relazione con la domanda a cui tentano di rispondere.

1 - Quali spazi per le diverse comunità?
Tra le varie proposte compare il progetto dello studio ma0-emmeazero per l'ampliamento della scuola media Lombardi di Bari. Teme caro all'architettura, sin dal settecento con Ledoux e Boullèe, quello di poter proiettare all'esterno le funzioni dell'edificio. Così la facciata della scuola viene rivestita con un mosaico che ritrae bambini sorridenti, diventando una sorta di sfondo alle attività didattiche all'aperto. In questo caso la comunità è rappresentata in maniera diretta ed inequivocabile, stesso atteggiamento della celebre "Crown Fountain" del Millennium Park di Chicago realizzata poco dopo e con stesso espediente formale.
Sito ufficiale Studio ma0: www.ma0.it
Progetto: in .pdf
Sito ufficiale della scuola, presentazione del progetto: www.scuolamedialombardi.it

2 - Quali le nuove forme dello spazio pubblico?
Con il progetto per la Piazza Risorgimento di Bari, lo studio ma0-emmeazero conferma la propria dimensione ludica realizzando una piazza interattiva. Le sedute, infatti, possono essere ruotate a piacimento dei fruitori e generare quindi un paesaggio urbano sempre cangiante. Il merito dei progettisti sta nell'aver risolto questo spazio pubblico giocando con pochissimi elementi di arredo urbano.
Sito ufficiale Studio ma0: www.ma0.it
Progetto: in .pdf
Foto: 1 - 2 - 3

Ancora più drastico risulta il progetto di Ifdesign per "Piazza nera, piazza bianca" di Robbiano. La pulizia delle superfici lascia poco spazio agli elementi volumetrici e il tutto viene risolto con texture riprese da tipici segni della citta: le impronte dei copertoni in negativo.
Da questi progetti emerge una tendenza minimalista nel confrontarsi con spazi pubblici storicizzati.
Sito ufficiale Ifedsign: www.ifdesign.it
Foto: 1 - 2

3 - Come si trasforma la città contemporanea?
Valle Architetti Associati e Cino Zucchi Associati lavorano su uno dei grandi temi della città contemporanea: i vuoti urbani. L'occasione viene data dal quartiere Portello (su una ex industria automobilistica) che viene riconvertito in un parco con funzione di cerniera urbana. Vengono scavalcati tutti i vincoli infrastrutturali per riconnettere brani di città. A rigore non potremmo parlare di progetto ludico-interattivo come per i progetti di ma0-emmeazero, ma è innegabile la sua forte connotazione ironica.
Sito ufficiale Valle Architetti Associati: www.architettivalle.net
Sito ufficiale Cino Zucchi: www.zucchiarchitetti.com
Foto: 1 - 2 - 3

4 - È possibile costruire in modo solidale?
La risposta è: sì, si può. Riccardo Vannucci di FAREstudio propone il progetto per il centro CBF in Burkina Faso. Qualsiasi tentativo di retorica architettonica viene dimenticato a favore di una pulizia formale che rende l'edificio immediatamente leggibile nelle sue componenti strutturali. Il concept viene ridotto all'assemblaggio di pezzi, come per un gioco: le maestranze locali non troveranno alcun problema nel capire come funziona l'edificio. Si tratta di un progetto solidale nel contenuto (è un centro per la prevenzione delle mutilazioni genitali) e nella forma in quanto non va a discriminare coloro che lo costruiranno per la propria preparazione.
Sito ufficiale FAREstudio: www.farestudio.it
Progetto: video su Vimeo
Foto: 1 - 2 - 3 (di FAREstudio)

5 - Cosa fare con i beni sequestrati alle mafie?
Questa sezione propone alcune idee a proposito di un tema di forte attualità. Evitare che i beni finascano nuovamente nelle mani della mafia, produrre qualcosa per il bene di tutti: il dibattito, finora ostaggio della politica, adesso vede coinvolte maggiormente le associazioni, i creativi, gli architetti.
Foto: 1 - 2 - 3

6 - È possibile costruire qualità a 1000 euro al mq?
La risposta a questa domanda era già stata data da Mario Cucinella nelle precedente edizione delle biennale. La sua Casa 100k (100 mq per 100.000 € ) esposta tramite un grande plastico, ebbe allora parecchio risalto anche sulla stampa nazionale, venduta come abitazione ecofriendly e completamente autosufficiente. Ma si trattava soltanto di un progetto. A dimostrare invece che è realmente possibile costruire qualità con 1000 euro al mq ci pensa a Bolzano Christoph Mayr Fingerle con il complesso abitativo EA7. Novantadue appartamenti di edilizia abitativa agevolata disposti su tre blocchi attorno una corte. Linguaggio contemporaneo per una zona d'Italia che sempre di più stringe l'occhio alla buona architettura.
Sito ufficiale dell'architetto Fingerle: www.mayrfingerle.com
Foto: 1 - 2 - 3

7 - Come riprogettare il patrimonio storico?
Anche in questa sezione l'architettura contemporanea deve confrontarsi con il patrimonio storico italiano. Le soluzioni finali sembrano tendere verso una pulizia formale fatta di linee e superfici, rispettando le volumetrie e le proporzioni dell'edificio esistente. Così la "leggerezza" di Renzo Piano sposa la filosofia de "il quasi nulla" nel ripensare gli spazi della Fondazione Vedova di Venezia negli ex magazzini del sale. Il distacco delle opere d'arte dalle pareti è un segno di reverenza verso l'antico.
Sito ufficiale di Renzo Piano: rpbw.r.ui-pro.com
Sito ufficiale della Fondazione Vedova: www.fondazionevedova.org
Foto: 1 - 2 - 3

Stessa filosofia e cura artigianle del dettaglio per il restauro della basilica paleocristiana di San Pietro a Ortigia (Siracusa) per mano di Emanuele Fidone. Partendo da disastrosi interventi degli anni '50, recupera la spazialità originaria con una volta a botte di lamelle lignee che non precludono la vista delle capriate del tetto.
Progetto su Europaconcorsi: europaconcorsi.com
Foto: 1 - 2 - 3

8 - Come imparare dagli archetipi e farne dei prototipi?
In questa sezione si confrontano i disegni di Franco Purini orientati all'ossesiva ricerca degli archetipi dell'architettura, con il lavoro di Elisabetta Terragni volto alla riconversione di un archetipo infrastrutturale, il tunnel autostradale, per realizzare la Galleria espositiva di Piedicastello (Trento). Da una parte l'invenzione suggellata dal gesto del disegno, dall'altra un lavoro di demolizione e ricostruzione degli stereotipi dell'architettura.
Foto sul lavoro di Franco Purini: 1 - 2 - 3
Sito ufficiale di Elisabetta Terragni: www.terragni.eu
Foto: 1 - 2

9 - Come affrontare l'emergenza paesaggio?
Lo sforzo di immaginazione portato avanti dai ragazzi de "L'Incompiuto Siciliano" dimostra come non sia sempre necessario costruire qualcosa di nuovo per fare architettura: a volte basta guardare all'esistente con uno sguardo attento ed originale. Così le opere pubbliche dell'ultimo cinquantennio, rimaste incompiute o inutilizzate, vengono osservate come giganti opere d'arte, dall'indubbio fascino al limite con l'archeologia. Un insieme di tondini di ferro, calcestruzzo pezzato da muffe e ruggine, vetri rotti, impianti a vista: sono gli stilemi identificativi di uno stile architettonico, che a detta degli artisti coinvolti, potrebbe essere il più importante dal dopoguerra ad oggi. Giarre, piccola cittadina siciliana nel catanese, si autopromuove a capitale dell'incompiuto con un proprio parco archeologico a tema. Le prospettive future per questa iniziativa sembrano essere infinite: l'Italia è un pozzo senza fondo di "incompiute".
Incompiuto Siciliano è un progetto di Alterazioni Video in collaborazione con Claudia D'Aita ed Enrico Sgarbi.
Sito ufficiale dell'osservatorio sulle opere incompiute: www.incompiutosiciliano.org
Progetto sul sito di Alterazioni Video: www.alterazionivideo.com/incompiuto
Foto: 1 - 2

10 - Work in Progress…
Questa sezione permette di individuare i possibili nuovi centri dell'architettura italiana. Ritroviamo da una parte il trentino con la sua propensione allo sperimentalismo e dall'altra una Sicilia che imbocca la strada giusta nel recupero del patrimonio.
Cino Zucchi Architetti e Park Associati progettano il centro polifunzionale Salewa Headquarters a Bolzano. Vincenzo Latina si confronta con l'archeologia nel Padiglione di Artemide ad Ortigia, Siracusa.
Sito ufficiale di Cino Zucchi: www.zucchiarchitetti.com
Foto: 1 - 2
Sito ufficiale di Vincenzo Latina: www.vincenzolatina.com
Foto: 1
______________________________

Link:
(1) - Intervista a Luca Molinari di Nicola Leonardi per theplan.it
(2) - Dalla presentazione del Padiglione Italia sul sito ufficiale della biennale.

3 commenti:

  1. Petra dura,
    nuovamente senza riserve ottimo report.
    Buona giornata,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina
  2. Grazie Salvatore,
    stiamo tentando di mettere a sistema tutte le informazioni e le visioni procurate durante la visita alla biennale. Sono felice che l'esito ti sia piaciuto.
    Nel prossimo post su Venezia vengono citate le 14 domande che hai rivolto a Luca Molinari. Ti è capitato (sul blog, su facebook o su altra piattaforma) di tirare le somme di quell'intervista? L'ho trovata piena di spunti specialmente se letta con il supporto dell'esposizione vera e propria.

    RispondiElimina
  3. Carmelo,
    quell’intervista ha prodotto uno scambio di mail ‘importante’.
    La mail diversamente dal commento è privata.
    Si è creato un intreccio variegato e complesso di punti di vista sulla condizione dell’architettura italiana.
    In sintesi: ho rilevato l’incapacità degli architetti a leggere la complessità. Ognuno pensa di avere la propria idea risolutiva su tutto. Siamo allo stadio infantile della società ‘architettonica’.
    Buona giornata,
    Salvatore D’Agostino

    RispondiElimina