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Pensiero del giorno... Architroie

Volevo spendere 2 parole sulle prossime Olimpiadi di Pechino.
Sembra ormai che con la parola "etica dell'architettura" si faccia riferimento solo ed unicamente al contenimento dell'impatto ambientale degli edifici. Tuttavia in occasioni come gli Expo o le Olimpiadi, delle vere e proprie manne per gli architetti, si pongono altre questioni che vanno ben oltre le semplici riflessioni individuali. Cominciano ad entrare in campo la politica, la politica interna ed estera, le alleanze e tanti altri elementi di importanza globale.
Sappiamo benissimo che la Cina ha problemi enormi in fatto di diritti umani partendo dalle sue stesse terre, passando per il Tibet fino a giungere in Darfu (Sudan), tanto per citare le più famose emergenze umanitarie. Il mondo intero si è mobilitato per boicottare Pechino 2008. Dalle riserve del capo di stato francese (Sarkozy) e americano (Bush) al ritiro di Steven Spielberg come direttore artistico; da Viva Radio 2 di Fiorello ai singoli atleti. E gli architetti come si sono comportati? Una sola voce si è alzata fuori dal coro, quella di Daniel Libeskind, che visto il suo trascorso, non poteva rimanere indifferente. Ha chiesto ai suoi colleghi di sospendere qualsiasi forma di collaborazione con TUTTI i regimi totalitari. Ma questo suo atteggiamento sembra aver smosso poche coscienze ancora, dopotutto ormai tutto è pronto. Nella lista nera vanno nomi ovvi come: Herzog e de Meuron con il National Stadium a nido di rondine; Il gruppo PTW con il WaterCube (la piscina olimpionica), ma anche Rem Koolhaas per le precedenti costruzioni e Zaha Hadid per le future costruzioni in Azerbaijan (probabili olimpiadi 2016).
Mi sento di appoggiare senza riserve le idee di Libeskind, sebbene non sia ancora un architetto di sicuro non voglio diventare un'architroia...

Approfondimento:
http://www.architettiroma.it/dettagli.asp?id=10134

Foto di...

3 commenti:

  1. Sai, stavo riflettendo anche io su questi temi... Se ci pensi poi, nonostante tutto ci sono parecchi architetti che si son fatti scrupoli (vedi molti dei nostrani) nonostante avessero certamente più bisogno di mettersi in mostra, che ben più famosi (vedi i vari Foster, H&D, ect...). E' anche vero però che gli artisti dovrebbero disinteressarsi alla politica per continuare seriamente una loro personale ricerca. Se pensate al fascismo architettonico cosa ha rappresentato per la cultura italiana...
    www.piliaemmanuele.wordpress.com

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  2. c'è da dire che per le olimpiadi di pechino, la cina si era impegnata internazionalmente per recuperare sui diritti umani. a pochi mesi dall'avvio dei giochi, sembra evidente che poco o nulla è stato fatto.
    e già qualcuno parla di "lo faranno dopo i giochi", il che è patetico, ok.

    gli architetti, cosa avrebbero dovuto fare? gli impegni a livello nazionale, erano stati presi con il comitato olimpico, e la comunità internazionale, quindi era ragionevole aspettarsi sarebbero stati rispettati.
    gli architetti, quindi immagino potessero fidarsi, semmai nel piccolo, potevano puntare ad ottenere qualcosa per le persone direttamente coinvolte dai propri cantieri, ma non mi pare sia la questione di cui stiamo parlando.

    ora come ora, un architetto, che si debba confrontare con un lavoro quasi consegnato, può tirarsi indietro per motivi umanitari? certo, moralmente può. ma sarebbe un suicidio in primo luogo economico, in secondo luogo professionale: hanno firmato contratti, devono rispettarli.
    se gli stavano tanto a cuore i diritti umani, dovevano chiedere fossero inseriti nel contratto, altrimenti paghino le dovute penali, se intendo tirarsi indietro.

    non è esattamente fattibile.

    c'è anche da aggiungere, che michelangelo, bramante, raffaello, bernini, etc... lavoravano per committenti e governi, tutt'altro che giusti. certo, sono persone che vanno contestualizzate nel proprio tempo, ma anche il contesto spaziale è importante: i diritti umani nel 2008 in cina, forse sono un po' diversi dai diritti umani nel 2008 in europa occidentale.
    non è del tutto corretto, valutare entrambi i comportamenti con lo stesso metro.
    al contrario sarebbe corretto, tentare di cambiare le cose se non ci stanno bene. ed ovviamente, se gli architetti europei si fossero tirati indietro su pechino, avrebbero fatto solo un piccola protesta formale, e la cina avrebbe fatto fare tutto ad architetti cinesi.
    la protesta ha senso nel momento in cui può migliorare una situazione, nel momento in cui non è utile, in nessun modo, non funziona.
    semmai, gli architetti coinvolti, ora viste le situazioni degenerare per pechino, potrebbero una volta ricevuto il proprio compenso, tolte le spese, rinunciarvi pubblicamente, in segno di protesta, e devolvere ad associazioni per i diritti umani.

    sarebbe una protesta molto più utile.

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  3. non so esattamente cosa potrebbero o non potrebbero fare gli architetti come protesta nei confronti della politica cinese... mi meraviglio tuttavia che siano stati i meno attivi... nessuno si aspetterebbe niente da un regista e tantomeno da un comico, ma da un architetto credo di si. Il mondo ha delegato la risoluzione di molti dei propri problemi a queste persone... La nostra quotidianietà è influenzata all'80% da quello che qualcuno prima di me ha progettato, costruito, ecc... tuttavia per i problemi appena un pò più importanti si tirano indietro... o almeno, questa è l'impressione che ho...

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