Ad Menu

GIBELLINA - Capitolo 5: Arte

1 – Storia e Ricostruzione
3 – Architetture Private
4 – Piazze e Spazi aperti
5 – Arte @

Stella di Consagra (1981)
Completamente in acciaio inox, tale scultura in qualche modo si caratterizza come un segno di rinascita e definisce l'ingresso alla città.
La Stella ricorda le luci delle feste paesane in Sicilia, quando queste illuminano il percorso della strada del paese che onora il suo Santo o celebra altre ricorrenze.

Torre civica - Alessandro Mendini (1988)
La scultura ha la forma di un cono tagliato con ai lati due ali di farfalla, dalla cui cima alle ore 12,00 e alle 17,00 veniva diffusa da alcuni altoparlanti una insieme di suoni computerizzati. Tuttavia i suoni che provenivano da questa grande scultura risultavano somigliare ad ululati sinistri in una città desolata com'è Gibellina...il risultato è che da scultura sonora oggi è solo scultura.



Oedipus Rex "Città di Tebe" – Pietro Consagra (1973)
Si tratta di un gruppo di sculture poste accanto la Torre Civica. Fugono esclusivamente da scenografia urbana dunque probabilmente non hanno un vero significato (sarebbe bene porre accanto ogni opera una breve didascalia così che lo spettatore possa avere un punto di partenza da cui poi dare una sua interpretazione, ma vabbè...). Cmq sia giungendo lì di fronte mi è sembrata un'oasi in mezzo al "deserto" di Gibellina. Posso solo dare delle opinioni personali.



Cretto - Alberto Burri (1989)
Posto alquanto lontano dall'odierna cittadina, il
Cretto rappresenta la vecchia Gibellina, rasa al suolo dal sisma, il quale tuttavia ha lasciato le tracce del vecchio paese. Alberto Burri vi ha steso uno strato di cemento imbiancato alto un metro e cinquanta, disponendo corridoi lungo le vecchie strade di paese.
Se da un lato si percepisce un sentimento di frantumazione e desolazione tipico di un cimitero, dall'altro si può pensare che l'opera di Burri sia un po' troppo megalomane per un territorio piccolo come quello in esame (un po' come anche tutte le opere che vi sono a Gibellina Nuova). Ciò che però fa pensare che i soldi spesi non siano andati buttati è lo splendido paesaggio campestre che si gode dalla cima più alta del monumento.

Giardino segreto 2 - Francesco Venezia (1990)
Al suo interno Renaissance - Daniel Spoerri (1993) e Città del Sole 1 - Mimmo Rotella
Devo dire che quest'opera è tra le mie preferite. un'opera suggestiva poichè rappresenta proprio un giardino segreto che da fuori ti attrae per la sua assenza di spiegazione mentre all'interno ti stupisce. Una mano che da terra si protrae verso l'alto per permettere ad una giovane donna(Gibellina Nuova), sembra, armata di scudo (forse in segno di reazione alle vicende del passato) per raggiungere il punto più alto del triangolo (a mio parere fa riferimento alla Trinità) all'interno del quale si pone il simbolo del sole (come segno di rinascita)...ovviamente si tratta di opinioni personali naturalmente opinabili (è questo il bello di un'opera d'arte: è soggetta a diverse interpretazioni).


Scultura - Fausto Melotti (1988)
Una carica emozionale attorno questa "Scultura" (praticabile) in ferro, la quale si colloca in un luogo quasi sacro (sopra un basamento, posto sulla cima di una collinetta), un po' come gli antichi templi greci, circondata da una distesa verde (forse un po' troppo difficile da raggiungere, in mezzo a insetti e cose che ti si appiccicano ai vestiti).
Le due ali delimitano uno spazio interno, in cui le intercapedini di luce lasciano ammirare scorci inediti dell'intera città e del bellissimo paesaggio che vi sta attorno.

Aratro
- Arnaldo Pomodoro (1986)
Così, alcune mie sculture che si richiamano alla natura non sono collegate proprio ad un’idea essenzializzata e astratta di natura, ma alla concretezza del paesaggio e dell’ambiente [...] Ciò che conta è il vuoto, e cioè lo spazio delimitato dall’opera inteso come un passaggio percorribile dall’uomo [...]
Così si racconta Arnaldo Pomodoro, il quale presenta un'opera che tende a mimetizzarsi con il contesto (sembra strano però arrivata di fronte per un attimo non mi è sembrata una scultura ma un vero macchinario agricolo, in effetti era un po' sovradimensionato).

Tensione - Salvatore Messina (1983)

Si tratta della scultura posta sul fronte dell'edificio realizzato successivamente da Purini.
Difficile spiegare il perchè di questa scultura, a volte si tenta e altre volte gioca solo un fatto emozionale senza cercare di comprendere; tuttavia ciò che secondo me crea la vera emozione è l'accostamento dell'edificio di Purini, che riprende la linea della scultura e ne arricchisce la soluzione finale.


Doppia Spirale - Paolo Schiavocampo (1973)
Opera in ferro che sembra riprodurre le sinuosità del corpo umano che si distacca dal terreno e avvolge elementi lineari.






La montagna di sale - Mimmo Paladino (1990)
(In fondo alla foto) Si parla di una montagna di calcestruzzo entro la quale sono cementificati cavalli in posizioni differenti. Quest'opera da un senso di angoscia come se si stesse all'interno di questa pasta e si stesse cercando di tirarsene fuori, la parola più corretta è angosciante.
Scultura - Giuseppe Spagnulo (1974)
Una freccia in ferro come una segno evidente sul territorio



Non so precisamente il nome ma è una scultura che mi è sembrata
interessante soprattutto per l'accostamento tra i colori della ceramica e il verde naturale del prato sullo sfondo e l'azzurro splendido del cielo di Gibellina.

4 commenti:

  1. Che dirvi, siete dei grandi. Avete colto nel pieno lo spirito artistico/culturale di Gibellina. Mi sento un piccolissimo essere leggendo i cinque capitoli da voi scritti sul mio paese, e sapete perchè ?? perchè leggendo sto imparando molte cose che non sapevo nonostante questa è la mia terra. Se gli abitanti di Gibellina sapessero almeno la metà di quello che avete scritto vivremmo in un paese nettamente turistico, invece no, qua l'unica cosa di cui capiscono la maggior parte dei cittadini è il grano e i meloni gialli. Tutto questo exploit artistico/culturale si è avuto grazie al nostro ex primo cittadino (Ludovico Corrao). Non voglio dare colpe, ma credo che sia inevitabile che sia in primis dei cittadini, ma anche delle amministrazioni successive a Corrao, che non sono riuscite a inculcare ancora di più l'idea artistica.

    Vorrei chiedervi inoltre l'autorizzazione, ovviamente citandovi, di inserire i vostri articoli su gibellinaonline e nella voce Gibellina di wikipedia ke è tristemente vuota.

    Agostino

    RispondiElimina
  2. Ti ringraziamo per i complimenti e ti autorizziamo ufficialmente a diffondere queste notizie se ti sono utili (se metti anche il link del blog ci fai un grande favore!)! Grazie ancora!

    da: Maria Luisa Valenti, Serena Russo, Carmelo Cesare Schillagi, Vincenzo Arca

    RispondiElimina
  3. Citarvi come autori del reportage che avete scritto con tanto di link al blog è il minimo ;)

    RispondiElimina