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Pensiero del giorno... Mensole della speranza

Periodo strano l’inizio dell’anno. Finite le feste, con buona pace di tutti, si cominciano a fare progetti e proiezioni per una nuova vita non prima di essersi sbarazzati delle cose “vecchie” o inutili (secondo la “Storia delle cose” di Annie Leonard ben il 99% dei beni finisce nella spazzatura entro 6 mesi dall’acquisto, quindi a rigore non dovremmo parlare di “vecchio”). Comunque sia, si fa pulizia più nella nostra mente che nei fatti. Capita pure di imbattersi in oggetti, appunti, agende o calendari troppo sottolineati che ci fanno ricordare dei piani che avevamo redatto giusto un anno prima e che abbiamo disatteso in ogni suo punto. Nella lista delle cose non fatte un posto d’onore va riservato ai viaggi: sono l’elemento debole della catena, i primi a risentire di crisi economica, influenza suina o bruschi cambiamenti di appelli d’esame (vi ho raccontato del mio esame di geotecnica il 23 dicembre?!). E così il 2009 ha visto sfumare tappe come Milano, Venezia, Bologna, il Marocco e la Spagna. Poco male: è stato l’anno di Scienza e Tecnica delle Costruzioni quindi non oso lamentarmi.
Nonostante i vari intoppi ci ostiniamo a fare progetti di vita anche per il 2010: siamo pur sempre architetti, anche per noi la speranza è l’ultima a morire. E viviamo in un paese dove i sogni sono tutto, sia oggi che in passato. Anche le nostre case, le nostre città vivono di speranze e il più delle volte si accontentano di queste. Una passeggiata in centro e tutto diventa più chiaro. Avete mai visto le “mensole della speranza”? Si tratta di quei mensoloni senza balcone posizionati nell’ultimo solaio degli edifici. Venivano posati per costruire eventualmente un ulteriore piano abitabile, magari per i figli sposati o i nipoti. Il più delle volte rimangono lì anche dopo centinaia d’anni, testimoni di un sogno, un’altra monetina sul fondo di qualche sfortunata fontana.
Le periferie hanno il loro corrispettivo meno nobile: “i pilastri della speranza”. Questi risultano addirittura tragici, quasi perfidi nel loro mutare aspetto al passare del tempo. Diventano inutilizzabili o addirittura dei problemi per le abitazioni stesse. E così le nostre città continuano a riempirsi di “carcasse di speranze”…
Questo voleva essere un post per augurarvi un buon 2010, ma... :D
Continuate a sperare, ma niente sogni sepolti nel cassetto, grazie.

2 commenti:

  1. Ehi,che è successo al sempre solare ottimismo che ti caratterizzava?Mi dispiace ma il pessimismo e il cinismo non ti appartiene, al massimo di concedo un po' più di malizia e brutalità (non so se ne potresti avere più di quanta già hai!) Cmq sia spero che la nostra mensola della speranza si elevi soprattutto con una bella pergamena, la famosa pergamena a cui tutti aspirano...si proprio quella!Insomma diamoci sotto!

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  2. CHI DI SPERANZA VIVE, DISPERATO MUORE...
    Quindi, si: diamocci sotto!
    Ormai quello stramaledetto pezzo di carta è vicino...

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