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ALDO ROSSI - La poetica e le opere

Appunti e Ricerche condotte nell’ambito del corso di Architettura e Composizione II

Non è facile trovare programmi di storia dell'architettura che trattino di questo architetto, dunque penso sia doveroso dare merito al merito. Si ricorda che nel 1990 Gli venne assegnato il Premio Pritzker e fu il primo italiano a vincerlo.
E' definito un neostoricista, purista e postmodernista, ma in realtà chi è Aldo Rossi?
Non è tanto importante capire a che corrente artistica appartenne, quanto invece come si pose all'interno del contesto culturale del tempo in cui visse e operò (1931-1997).
Di sicuro il suo atteggiamento contrastava l'idea di movimento moderno come icona dell'architettura in quanto, nonostante la sua indiscussa valenza, il funzionalismo non rappresentava la sola scelta possibile.
“L’architettura postmoderna propone la fine del proibizionismo, l’opposizione al funzionalismo, la riconsiderazione dell’architettura quale processo estetico non esclusivamente utilitario, ritorno all’ornamento e affermazione di un diffuso edonismo…mescolanza di classico e vernacolare è una strada per l’uso di un ornamentazione simbolica e un ritorno ad una architettura antropomorfica e più umanistica”(Portoghesi)

Il mezzo attraverso cui operò fu il passato. Riprendere il passato voleva dire raccogliere i cocci di un'architettura antica, al fine di ricostituirli dando loro una forma insolita, con un carico di contenuti evidentemente differente: sarà proprio la frammentaione delle sue opere a dare loro omogeneità.
Utilizza il viaggio come riaffioramento di memorie, utilizzando forme pure (talvolta anche oggetti quotidiani) ripetute ossessivamente per darne atto.


Riporto sotto alcuni concetti espressi dallo stesso autore:
“La città va intesa come architettura , intendo architettura in senso positivo, come una creazione inscindibile della vita civile e della società in cui si manifesta…essa è per se natura collettiva…teoria dei fatti urbani qui indicata dalla identificazione delle città come manufatti e dalla divisione della città in elementi primari e in aree-residenza.”
Aldo Rossi parla di una città costituita da monumenti, prodotti PER il pubblico, e da fatti urbani, prodotti DAL pubblico.
“…città come manufatto , come opera d’architettura o di ingegneria che varia nel tempo…”
“…la forma
della città è sempre forma di un tempo della città ed esistono molti tempi nella forma della città…”
…nella città esistono delle zone amorfe o la dove esistono esse sono momenti di un processo di trasformazione esse costituiscono per così dire i tempi morti della dinamica urbana…”
"Ho sempre pensato all'architettura come monumento...solo quando essa si realizza come monumento costituisce un luogo"


Monumento della piazza del municipio e monumento dei partigiani a Segrate (1965)






Si tratta di una piazza dove si lega la monumentalità metafisica (De Chirico) con la rappresentazione attraverso la sovrapposizione di diversi pezzi di architettura uniti da un tema comune. L'elemento dominante sono le ombre, elemento di memoria, in quanto sono proprio queste, con il loro mutare a seconda delle diverse ore del giorno e stagioni dell'anno, che favoriscono la percezione del tempo che scorre.
Al centro della piazza, il monumento ai partigiani è formato da un podio e da una fontana sul lato opposto, elementi costituiti da forme pure (vedi disegni di progetto). Il podio è rivolto verso la piazza che si alza sul fondo con un’ampia gradinata. Dagli schizzi di progetto sembra che in fondo alla piazza dovessero essere collocati dei cilindri, ricordo del tempio greco, tuttavia non furono mai realizzati.

Progetto per il municipio Scandicci (1968)












Ancora il tema del ricordo, stavolta riferito alle cupole ,memoria della tradizione orientale e delle costruzioni industriali. In seconda istanza ricorre il tema del viaggio con l'utilizzo di certe costanti dell’ architettura toscana (l'uso della pietra).
Il municipio è costituito da nuclei ben definiti: uffici dell’amministrazione, segreteria e ufficio del sindaco e bar e ristorante (distribuiti in nuclei ben definiti) e sala consiliare, tutti uniti da un asse di simmetria, corridoi utilizzati anche come spazi per esposizioni temporanee.
Questo sistema è lecito definirlo "spiedino architettonico".


Unità d’abitazione del quartiere Gallaretese (1969-1970)
Il portico atto a sostenere il corpo in aria, diventa permeabile. In corrispondenza del taglio dell’edificio sorgono quattro colonne di enormi dimensioni, due visibili e due invisibili. Le colonne hanno un forte valore evocativo e simbolico e il loro alternarsi al vuoto crea una forte immagine plastica. Si tratta di un edificio a corte con negozi a piano terra, il cui facile accesso è permesso da questo porticato.

Cimitero di S . Cataldo (1971-1978)









Realizza una casa dei morti. In tal senso viene informato dalla memoria di culture antiche che identificavano con la morte solo uno stato di passaggio tra due condizioni. “La tipologia della tomba e delle costruzioni sepolcrali si confonde con la tipologia della casa, corridoi rettilinei, spazio centrale, terra e pietra.”
Tutto si realizza su un asse di simmetria attraversato da elementi puri ognuno con un suo specifico significato. I percorsi rettilinei attorno le salme vengono inscritti in un triangolo al vertice del quale viene disposto un cono con la funzione di fossa comune mentre il cubo, sulla base del triangolo, funge da contenitore del sacrario dei morti in guerra.


La città analoga (1976)
Dispone alcuni luoghi della memoria accostati casualmente facendo riferimento alla sua patria (Lombardia alta). In quest’opera, che viene presentata alla Biennale di Venezia, non si tratta la salvaguardia o il restauro dell’esistente in quanto problema di tutela, ma piuttosto la comprensione del significato delle opere.
“E’ finita l’epoca dei modelli urbani…e delle tecniche urbane, della funzione spacciata per soluzione.”




Scuola media a Broni (1979)
Ancora una volta si ripresentano gli stessi elementi in maniera quasi ossessiva. L'orologio assume un valore simbolico, in quanto elemento che scandisce il tempo. La scuola si fonda su una struttura a corte e qui si introduce l’elemento a falde, come le case disegnate dai bambini.


Case unifamiliari a Goito (1979)
Riprende la tradizione nella realizzazione di case a schiera con corridoio. La casa con falde rappresenta la casa di un tempo, ma diventa anche un elemento autoreferenziale e caratterizzante delle sue opere.




Teatro del mondo a Venezia (1979)
Si tratta dell'opera più ricordata di Rossi, nonostante fosse stata realizzata come opera temporanea per la Biennale di Venezia 1980, che si presentò come consacrazione dell'architettura postmoderna. Viene da Lui chiamata “singolare costruzione”.
L'architetto è mosso da tre necessità:
  • Avere uno spazio utilizzabile preciso ma non precisato
  • Collocarsi come volume secondo la forma dei monumenti veneziani
  • Essere sull’acqua
Utilizza il sistema della zattera in legno, solidissimo e forte nel tempo (nonostante si tratti di un'opera effimera), e ferro, con l'intento di muoversi sull’acqua con lo stesso movimento e lo stesso cigolio di una barca.
Il tema del ricordo è associato ai ”barconi che scendevano dal Ticino nella nebbia lombarda e si trasformavano in barche del carnevale”.
“le analogie del luogo nel progett are un edificio hanno per me un’importanza decisiva, se ben lette sono già il progetto”
L'architettura effimera, soggetto dell'o pera, è rapportata a quello delle basiliche . La limitata capienza del teatro permett e la realizzazione di spettacoli diretti, con un forte rapporto con il pubblico. E’ un'opera legata al mare e al cielo, riprendendo i loro colori.
“Un luogo dove l’architettura si è conclusa e il mondo della fantasia ha inizio”.


Edifici per abitazione nella Sudliche, Friedrichstadt a Berlino (1981)


















Costruisce in aderenza alla strada perché “l’errore di molta architettura moderna è di non aver costruito lungo gli assi stradali…la strada è l’elemento urbano per eccellenza…” Realizza una facciata continua introducendo dei tagli e delle vetrate che fanno percepire il verde dell’interno, in modo tale che la bellezza del cortile interno venga apprezzata anche dall’esterno. E' qui che si contempla davvero anche la funzione urbanistica dell'abitato.
Alcuni elementi, fortemente autoreferenziali, mostrano evidenti riferimenti all’architettura di Schinkel e a Adolf Loos.

Case unifamiliari a Monte Pocono in Pennsylvania (1988)
Realizza una tipica casa tradizionale di New York, cercando solo di dare “una interpretazione ricercando una dimensione personale”. Per raggiungere questo scopo si progettano perfino dei falsi bow windows.






“Avrei potuto fare bene o male qual
siasi altro mestiere, questo mi ha permesso di considerare l’autonomia e la serietà dei singoli mestieri…”.


Riferimenti bibliografici:
Aldo Rossi - Gianni Braghieri
Aldo Rossi : tutte le opere - Alberto Ferlenga
Aldo Rossi : architetture 1981-1991 / MorrisAdumi

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