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ARCHITETTURA NELLE ARTI e LE ARTI NELL'ARCHITETTURA: La nuova architettura

Leggendo un numero di Casabella mi è capitato sott'occhio un articolo scritto da Peter Eisenmann, il quale intendeva sviscerare le cause della crisi che al giorno d'oggi colpiscono l'architettura, catalogandole in soli sei punti. Tra i sei uno era riferito alla mancanza al giorno d'oggi di paradigmi atti a introdurre cambiamenti considerevoli. Svariati e molto differenti, ma tutti rilevanti, sono stati i discorsi sull'arte e di seguito sull'architettura, basti pensare a movimenti artistici come Futurismo(con i suoi volumi dinamici espressione della velocità), Espressionismo (fondato sull'occasione e il momento pietrificato), Purismo (fondato sui 5 punti di Le Corbusier che purifica il linguaggio), Costruttivismo (legato all'idea dei condensatori sociali e alla nudità dell'edificio). E, come afferma R. Dell'Osso in "Architettura e Territorio", dal Decostruttivismo, che scompone i volumi puri ricostruendoli, e dal minimalismo, che riduce al massimo l'architettura, si giunge al "supermodernismo" che gioca con i volumi asciutti del minimalismo puntando l'attenzione sulla loro immaterialità e il senso dell'effimero.
Dunque si ritorna al punto di Eisenmann: forse EFFIMERO è la parola chiave dell'architettura di oggi, un'architettura leggera, flessibile, sensoriale. Baudelaire afferma: "La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell'arte di cui l'altra metà è l'eterno e l'immutabile". Ma effimero vuol dire anche sganciarsi dalla durata dell'edificio e poter pensare di realizzare l'"irrealizzabile", per generare delle emozioni in chi ne fruisce l'essenza. La forma si distacca dalla funzione, scioglie il legame con la tradizione del luogo in cui sorge e si emancipa, diventando essa stessa funzione, emettitore di significati o semplicemente trasmettitore globale di una singola intellettualità. Ma è qui che si sfiora la linea di demarcazione tra architettura e arte. E arte vuol dire "attività umana volta a creare opere di valore estetico". Allora mi chiedo se è questa la finalità dell'architettura di oggi...

2 commenti:

  1. Bhè, credo che quella definizione di arte non sia del tutto esaustiva. Soprattutto se consideriamo l'arte degli ultimi trent'anni, che cerca proprio di slegarsi da concezioni estetiche, così come l'estetica stessa, e l'architettura. Ed è probabilmente l'unico zeitgeist reale a cui aggrapparsi, ancor più solido dell'"effimero"... :)

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  2. Hai proprio ragione, forse non mi sono fatta capire perchè l'estetica di cui parlavo non è solo riferita alla bellezza ma estetica, dalla parola greca αἴσθησις = sensazione e αἰσθάνομαι = percezione mediata dal senso.
    Dunque diventa un concetto molto più complesso anche il termine arte. Penso che sia un discorso su cui si potrebbe dialogare per ore. Grazie per l'intervento

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