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Pensiero del giorno... Rafael Moneo


Studio architettura e composizione II, l'ultimo autore trattato nel corso: Rafael Moneo. Nella biblioteca del dipartimento d'architettura dell'università di Catania recupero solo una monografia de El croquis e un testo realizzato dallo stesso: "La solitudine degli edifici e altri scritti". Il saggio principale è un discorso tenuto in occasione della sua nomina a non-so-cosa in una Escuela spagnola per architetti... ad un certo punto, annunciando la presentazione di due suoi lavori, si legge:

Perché edifici anziché progetti? Perché l'opera anziché un discorso teorico? perché credo che nella cruda realtà della costruzione si possa considerare con maggior chiarezza la natura di un progetto, la consistenza delle idee. Credo fermamente che l'architettura abbia bisogno del supporto della materia; e che ciò che viene prima sia inseparabile da ciò che viene dopo. L'architettura arriva allorché i nostri pensieri su di essa acquistano quella condizione di realtà che solo i materiali possono conferirle. Solo accettando e patteggiando i limiti e le restrizioni che l'atto del costruire comporta, l'architettura diviene ciò che essa è realmente

Mi chiedo cosa sarebbe successo se un discorso del genere fosse stato pronunciato nella mia università. Per quale motivo? Perchè ho sempre avuto l'impressione che molte delle personalità che gironzolano per i luoghi del sapere un cantiere non l'abbiano mai visto e che tantomeno abbiano mai realizzato alcunchè... ovviamente sono supposizioni le mie... tuttavia è lo stesso Moneo che denuncia questa tendenza degli architetti, i quali si illudono che l'architettura sia già compiuta sul foglio di carta...
E io che già mi sentivo un architetto per qualche scarabocchio su un foglio...

Kursaal, foto di...

5 commenti:

  1. Qualcosa la fanno di tanto in tanto! Certo se la produzione è rappresentata dagli edifici della didattica, mi sa che la dentro, qualcuno predica bene e razzola male!

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  2. vorrai dire "predicano male e razzolano peggio" :D

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  3. A dar retta alle accademie...
    Questo è il vero problema: che i professori scelgono la vita del professore, rifuggendo la vera professione, e dunque un qualsiasi tipo di esperienza da tramandare...

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  4. i professori che hanno veramente le mani in pasta farciscono i loro discorsi con aneddoti e storielle che gli sono capitati durante la loro carriera... peccato si tratti di professori di economia, pianificazione territoriale o urbanistica quando va bene.
    Credo che mi farò murare vivo dentro la prima cosa che realizzerò, anzi dentro ogni cosa che realizzero. Non posso credere che riuscirei a dar vita a qualcosa per poi dimenticarmene per sempre. Anche mio nonno, che era semplicemente un muratore, mi racconta di tutti i posti in cui ha lavorato con tanto di indirizzo e numero civico... perchè i professori non fanno altrettanto, loro che dovrebbero avere un esperienza più qualificata di quella di mio nonno?!

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