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Omaggio a Mauritius Cornelis Escher (1898-1972)


E' stato un'architetto, o quasi, con una visione tutta particolare dello spazio.
Siamo abituati a rimanere estasiati ed affascinati di fronte i suoi disegni e le sue incisioni. Oggi ci godiamo alcuni video che traggono spunto da suoi celeberrimi capolavori per scoprire che a volte la realtà è solo un punto di vista.







Approfondimenti

3 commenti:

  1. non credo l'autore abbia fatto grande avanguardia; è troppo evidente quali siano i riferimenti culturali di escher, di duecento anni prima, buono forse per i puzzle!
    Guarda questa immagine.

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  2. beh... almeno riconosciamogli di essere stato enciclopedico ed esaustivo per quanto riguarda la sua produzione. Chi oggi vuole giocare con la prospettiva deve confrontarsi con Escher non certo con Piranesi. Le Carceri di quest'ultimo, le ho sempre lette come un tentativo di dilatare lo spazio dall'interno con il risultato grafico che si sconfina la tavola del disegno. L'effetto labirinto sta proprio nel non vedere-sapere dove terminano ponti e scale al contrari di Escher che supera questo inconveniente producendo disegni assolutamente conclusi e delimitati dal bordo di carta: adesso si sa dove si va, ma non si capisce come (anche se l'immagine che proponi tu è il caso più ambiguo). Non so cos'è più inquietante... che te ne pare?

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  3. le immagini che propongo, ritengo siano le piu emblematiche della produzione di questi autori, per lo meno le piu conosciute. Le carceri di invenzione, ti ricordo che sono state prodotte nel settecento, e penso che basti questo a fare rientrare l'autore in quello che si dfinisce lon spazio storico della modernità; ma tornando alle carceri e andando a guardare la restituzione prospettica di esse, esiste un'incoerenza di fondo, e quello che è primario in esse è:
    la negazione del concetto di centro come rappresentazione tradizionale per l'epoca e la crisi dell'oggetto architettonico, ma non mi dilungo nell'analisi dell'"architetto scellerato", figura molto complessa che ha negato i fondamenti dell'architettura vitruviana e per questo, a mio parere (e non solo) getta per la moderna avanguardia. Parlando di Ledoux, uno dei tre architetti della rivoluzione, produce il "colpo d'occhio sul teatro di besancon" come tentativo di gettare le basi di una nuova architettura, quella sociale, che presto si imporra nel panorama architettonico con un punto di vista nuovo. Ha Escher il merito di sperimentazioni, ma parlare, ripeto di avanguardia, mi pare eccessivo, se pensi alla portata rivoluzionaria e visionaria di quelle opere di duecento anni prima.

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