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Muhammad Yunus: le folli idee di un nobel per la pace

Al mondo ci sono regole e convenzioni che sono dure a morire. Se poi queste costituiscono il fondamento di un'intera scienza, diventa anche improbabile che qualcuno tenti di metterle in discussione. Anche l'Economia risponde a questo sistema e possiede il vantaggio/svantaggio che i suoi meccanismi risultano noti anche all'uomo comune. Se i millenni passati sono stati contraddistinti del concetto di "scambio", oggi sembrerebbe altrettanto importante parlare di "prestito".

Il concetto di prestito si regge sulla seguente tesi: da una parte la banca con denaro liquido, dall'altra individui che per accedere al credito forniscono garanzie e sono disposti a pagare un tasso di interesse per la restituzione. Tesi arcinota a chiunque e in qualsiasi parte del mondo. Tuttavia in Bangladesh il professore di economia Muhammad Yunus non poteva fare a meno di pensare che questa teoria fosse minata alla base. Con questo meccanismo solo i ricchi potevano accedere al credito, ovvero coloro che possedevano delle garanzie economiche e potevano permettersi di pagare alti tassi di interesse. Ma una banca che presta denaro solamente ai possidenti è una contraddizone in termini. Così, con non pochi sacrifici, mise in piedi nel 1977 la Grameen Bank anche conosciuta come la banca dei poveri e del microcredito.

Yunus dovette ridurre in macerie tutta la tradizionale critica che teneva alla larga i poveri perché considerati insolvibili e quindi un rischio per le banche. Riusci a dimostrare che i nullatenenti sono i migliori a cui dare un prestito: quel denaro costituisce l'unica possibilità che abbiano mai avuto per risollevarsi dalla miseria e quindi lo restituiranno con estrema attenzione. Bastava seguirli, incoraggiarli, motivarli nella creazione di piccole attività economiche. Oggi la Grameen è radicata in tutto il mondo, batte cassa sempre in positivo e ha tassi di restituzione vicini al 100%. Con prestiti dall'importo a dir poco "ridicolo", milioni di persone sono riuscite ad affrancarsi definitivamente dalla povertà e dalla bestiale macchina della beneficenza-sussidiarietà.

In Bangladesh è riuscito ad applicare la sua rivoluzione anche in altri campi diversi da quello del credito, ma sempre con attenzione alle fasce più basse della popolazione. Sono nate compagnie energetiche, telefoniche, centri sanitari e per l'istruzione. Con il suo impegno trentennale si aggiudicò il Nobel per la pace nel 2006. Anche per quanto riguarda il campo dell'architettura (qualcuno potrebbe dire edilizia) il professore Yunus ha avuto qualcosa da dire.

Nel 1984 la Banca Centrale del Bangladesh avviava un programma per prestiti volti alla costruzione della propria casa con somme di 2000 dollari. Ma Yunus sapeva che quella cifra andava oltre le possibilità dei propri clienti e quindi si adoperò affinché l'importo minimo fosse nettamente inferiore. Le ostilità dei funzionari ricalcavano sempre le stesse obiezioni: i poveri non sono in grado di pagare e con cifre inferiori ai 2000 dollari non riusciranno a costruire nulla meritevole dell'appellativo di "casa".

Riportiamo adesso un passaggio del libro "Muhammad Yunus, il banchiere dei poveri" (1) scritto dallo stesso Yunus, che ci spiega come si risolse la questione dei prestiti per le case.
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... Allora mi rivolsi direttamente al governatore della banca centrale per chiedergli di scavalcare il parere dei suoi funzionari.
"Lei è sicuro che rimborseranno?" mi fu domandato.
"Si, sono sicuro che rimborseranno, così come hanno sempre fatto finora. A differenza dei ricchi, i poveri non possono permettersi di non rimborsare, perché rischierebbero di guastare l'unica opportunità che abbiano mai avuto nella vita."
Il governatore si concesse un momento di riflessione, poi dichiarò: "Mi dispiace che abbia avuto difficoltà con i nostri funzionari. D'accordo, vi daremo una possibilità: lancerete il programma a titolo sperimentale".

Così, grazie all'intervento personale del governatore della Banca centrale, abbiamo potuto varare il nostro programma di prestiti per la casa. Nell'arco di dodici anni abbiamo concesso più di 350.000 prestiti, con un tasso di rimborso di quasi il 100% in rate settimanali. Invece, com'era da prevedersi, il programma di finanziamento dell'edilizia abitativa gestito dalle banche tradizionali ha avuto un tasso di restituzione molto basso, ed è stato quindi abbandonato dopo tre anni.

Nel 1989 il Programma abitativo Grameen ha vinto il premio internazionale Aga Khan per l'architettura. Alla cerimonia di consegna del premio, a Il Cairo, i membri della giuria, composta da architetti di fama mondiale, hanno molto lodato la bellezza architettonica della nostra casa ( a quell'epoca l'importo massimo del prestito era stato elevato fino a 300 dollari), e volevano sapere chi fosse il tecnico che l'aveva progettata.

Quelle casa non era opera di nessun architetto. L'avevano progettata e costruita con amore i suoi abitanti, così come progettavano e costruivano giorno per giorno la propria vita.
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A fronte di quanto accade con l'emergenza abitativa dell'occidente (non dimentichiamo che la crisi mondiale degli ultimi anni è nata con i prestiti per le case delle banche tradizionali ) vale la pena ricordare che l'innovativo programma della Grameen per le abitazioni nasceva 26 anni fa in quello che noi ancora oggi chiamiamo ostinatamente terzo mondo. Una riflessione è d'obbligo.


Note:
- (1) "Muhammad Yunus, il banchiere dei poveri" di Muhammad Yunus, Feltrinelli 2006.
Libro riadattato in seguito alla vittoria del premio Nobel per la pace. Utile per capire tutto il lavoro e l'impegno che sta dietro la figura di Yunus. Di facilissima lettura.

Approfondimenti:
- Grameen su wikipedia
- Grameen sito ufficiale
- Intervista a Yunus su "Che tempo che fa" di Fabio Fazio. Dà una misura chiara ed istantanea della portata della rivoluzione di Yunus.

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