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L'architettura di Milazzo (ME)

Tesina prodotta nell'ambito del corso di Storia dell'Architettura I

Su una penisola esile e sinuosa, attorniata dalle Isole Eolie e solcata dai torrenti Mela e Floripotema, sorge Milazzo, luogo ricco di storia e leggenda.

Il panorama dell’architettura religiosa milazzese è dominato dalle grandi chiese monastiche erette da Benedettini, Carmelitani, Minoriti, Francescani e Cappuccini, tutte di imponenti dimensioni e ricche di opere d’arte. Peculiare è la quasi totale assenza di torri campanarie, che trova spiegazione nel continuo susseguirsi di vicende belliche di cui la città fu protagonista. Infatti, per evitare di intralciare i tiri dal castello e che il nemico avesse obiettivi di facile portata, si preferiva erigere modesti campanili a vela e utilizzare soluzioni particolari per le cupole. Queste caratteristiche sono perfettamente rilevabili nel Duomo Antico, posto all’interno della cinta muraria del castello, che presenta un’inedita pianta a croce greca con l’aggiunta di un vasto coro.

1- L’antico Duomo di Milazzo cinto dalle mura difensive del castello.

Solo verso la fine dell’800 sorge qualche torre campanaria. Le chiese monastiche, ad eccezione di quella dei Domenicani, sono a navata unica. Troviamo poi una particolare categoria che è quella dei santuari: l’esempio più illustre è la Chiesetta di S. Antonino, intagliata nella roccia del ripido pendio del Capo, luogo dove ebbe dimora per un periodo il Santo. La Chiesa del Carmine risale alla fine del ‘500. É proprio in questo periodo, a cavallo tra XVI e XVII sec., che lo sviluppo urbano milazzese inizia a trasformarsi di pari passo con la struttura sociale: la nobiltà si arricchisce, il clero e la borghesia acquistano sempre maggiore importanza, la Corona spagnola vi stabilisce la residenza di suoi alti funzionari e dei Vicerè. La fase di crescita economica si riflette sull’edilizia: ovunque sorgono nuovi luoghi di culto e palazzi signorili. La stessa emergente borghesia prende parte alla commissione di nuovi e sfarzosi edifici. La regolare trama urbana si accresce attorno a due assi principali: la “Strada Reale”, l’odierna via Umberto I, e la parallela più esterna della “Marina Garibaldi”. Quale piazza principale all’interno del nuovo contesto di sviluppo della città bassa viene individuato il vasto “Piano del Carmine”, l’attuale piazza Caio Duilio, di origine tardo-rinascimentale, che diviene emblema del Barocco locale grazie all’edificazione di «due quinte settecentesche monumentali: la Chiesa e il Convento del Carmine e il Palazzo Proto»(1).


2- Il Piano del Carmine, attuale Piazza Caio Duilio.


Altra espressione del barocco milazzese è il Santuario di San Francesco da Paola, del 1765, che presenta una forte connotazione scenografica nella facciata e nella doppia scalinata d’accesso, creata in stretta correlazione con l’abitato circostante. Al contrario della maggior parte delle città siciliane, dove il tessuto urbano orbitava attorno alla “maggiore ecclesia” della città, il secentesco Duomo viene qui collocato nella “Cittadella”, scelta che porta ad una situazione anomala ponendolo in modo decentrato rispetto alla direttrice di espansione della città. Indubbiamente il Duomo risulta invece del tutto inserito nel contesto milazzese da un punto di vista architettonico e simbolistico, quale espressione caratterizzante del potere politico ed ecclesiastico. È tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 che si collocano le prime notizie relative ad architetti milazzese: ricordiamo Stefano Zirilli, che costruì il Convento dei Cappuccini; Giuseppe Ryolo, autore della chiesa di S. Marco alla Piana; l’ingegnere Diego Cumbo Borgia, che diede il piano regolatore alla città; l’ingegnere Giovanbattista Lucifero, che progettò il palazzo di famiglia in stile neorinascimentale. La Chiesa del Carmine sorge in un’area che dalla seconda metà del ‘600 ha assunto un ruolo centrale nello sviluppo urbano e architettonico della città. L’ingresso alla Terra Nuova è segnato da Piazza Mazzini, un tempo chiamata Largo della Pietà per la chiesetta omonima che vi sorgeva, dalla quale ci si immette proprio nel vasto piano del Carmine. In piazza Mazzini, dall’impianto triangolare, è conservata la traccia di un rivellino (2) che difendeva la porta Messina. Due sono gli edifici settecenteschi di qualche interesse: una palazzo della prima fase di ricostruzione, dopo il 1718, che conserva al primo piano due balconate riccamente decorate con motivi floreali e volute, con mensoloni a doppia voluta e ringhiere neoclassiche sostituite a quelle originali che dovevano essere barocche; un secondo palazzo, dai tratti rococò, ha subito notevoli rifacimenti in epoche più recenti che pure hanno risparmiato il cantonale (3) e l’alto timpano ornato da festoncini e volute. L’edificio più importante della strada è l’ottocentesco palazzo Cutelli: a pian terreno, tra due semplici botteghe sovrastate da balconcini, si apre un ampio portone ad arco; al piano superiore, quello riservato ai nobili, vi sono tre grandi balconi con ferri e decorazioni dei mensoloni particolarmente curate; pilastri angolari a bugnato definiscono il prospetto, lasciando sulla destra un’appendice della costruzione edificata in epoca più tarda. Giungendo in piazza Caio Duilio, al centro dell’impianto irregolare, sorgeva la fontana del Mela, costruita nel 1643 e rifatta nel 1762/63 dopo le distruzioni della guerra. Ciò che vediamo oggi è la riproposizione in chiave moderna di una testimonianza perduta della Milazzo antica. Si tratta di una vasca poligonale al cui interno sorge un isolotto artificiale circondato da cavallucci marini e aquile, simbolo araldico della città. Al centro troneggia una statua antropomorfa, che, nella versione settecentesca di Giuseppe Buceti, nelle sembianze del dio Mercurio personifica il fiume Mela, raffigurato come un nume seduto nell’atto di reggere un remo con la mano destra mentre versa dell’acqua da una giara con la sinistra.


3- La Fontana del Mela, nella ricostruzione del 1700 attualmente visibile in Piazza Caio Duilio.


Nella stessa piazza, antistante alla Chiesa del Carmine, si erge il palazzo Proto. Ciò che vediamo attualmente è frutto di una ricostruzione successiva ai bombardamenti del 1718; solo un breve tratto conserva le strutture originali. Il palazzo è articolato su tre livelli: la facciata è da dominata da un portone ad arco inflesso, affiancato in origine da quattro colonne che sorreggevano il balcone sovrastante. Il prospetto principale è suddiviso in cinque porzioni da semplici paraste e scandito in elevazioni da cornici marcapiano. A pian terreno si aprono botteghe, al primo balconi abbinati a due a due e sorretti da vistosi mensoloni scolpiti e con ringhiere barocche ricurve; al secondo balconi singoli dalle forme più semplici. L’autore di questo edificio probabilmente si ispirò alla tradizione architettonica del ‘600, ma ingentilendola con motivi floreali di gusto rococò. Nel portone sulla piazza si conserva una bella icona marmorea della Pietà entro una ricca cornice barocca. Il palazzo annovera tra gli ospiti che accolse i reali Borboni, Garibaldi, che vi ricevette Agostino Depretis accompagnato dal Segretario di Stato Francesco Crispi, e fu Quartier Generale dei Garibaldini.

Note:

(1) Tratto da “Milazzo – Ritratto di una città” di Antonino Micale e Giovanni Petrungaro – La Nuova Provincia – Milazzo (1996)
(2) Rivellino: opera fortificata eretta come copertura avanzata dinnanzi alle porte di una piazzaforte
(3) Cantonale: elemento d’angolo (4) Tratto da “Milazzo città d’arte” di Franco Chillemi – Mesogea – 1999

Bibliografia:

- “Milazzo – Ritratto di una città” – Antonino Micale e Giovanni Petrungaro – La Nuova Provincia – Milazzo (1996)
- “Milazzo città d’arte: Disegno urbano e patrimonio architettonico” – Franco Chillemi – Mesogea (1999)
- “Milazzo Sacro” – Padre Francesco Perdichizzi – Stes – Milazzo (1996)
- “Milazzo: guida turistica artistica” – Antonino Micale – Stes – Milazzo (1974)
- “Guida di Milazzo” – Domenico Ryolo – (1974)
- “Stradario Storico della città di Milazzo” – Antonino Micale – Stes – Milazzo (1987)
- “Il Carmelo in Sicilia” – (Non sono disponibili altre informazioni sul testo, danneggiato nella copertina)
- “Il recupero del centro antico di Milazzo attraverso lo studio dell’iconografia antica” – Cinzia Di Paola – Quaderno del DAU No 20 (Dipartimento di Architettura ed Urbanistica dell’UniversitÁ di Catania)

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