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Pensiero del giorno... Italia - Olanda, sconfitta annunciata

Il prof di composizione 2 ci faceva notare durante una sua lezione di come alcune scelte progettuali producano effetti totalmente differenti se applicate in contesti differenti. Nello specifico metteva a confronto architetture italiane e olandesi. Il tema era quello dell'edilizia popolare. Negli anni passati architetti di tutto il mondo hanno pensato che si potessero risolvere i problemi e i disagi sociali affidando gli abitanti meno abbienti a strutture molto grandi rispetto il contesto, a volte veri e propri "fuori-scala urbani". Più che tentare di ricostruire un senso di collettività ritrovata si ragionava in termini economici ovvero: uso intensivo del suolo ed economicità delle costruzioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: le Vele di Napoli (Francesco Di Salvo), il quartiere Zen di Palermo (Vittorio Gregotti), il quartiere Librino di Catania (Kenzo Tange) ecc ecc. E manco a dirlo in Olanda ogni progetto che si è sviluppato in questo senso ha avuto seguito e continua ad averne.
Adesso, nei Paesi Bassi stanno sperimentando (da qualche tempo a dir il vero) qualcosa di geniale ed intellettualmente stimolante per qualunque architetto e/o urbanista: le città senza semafori.
Hans Monderman, architetto-ingegnere scomparso da poco, fu messo a capo di una commissione traffico con il preciso compito di trovare un modello che diminuisse di molto gli incidenti stradali nelle cittadine olandesi. Le sue teorie erano semplicissime e geniali allo stesso tempo. Tutto partiva dalla considerazione che il modello di regole del codice della strada non aveva funzionato fino a quel momento. Evidentemente non si poteva continuare sulla scia della "regolamentazione" bensì su quella della "liberalizzazione": meno cartelli stradali, niente semafori, minori distinzioni tra corsie, piste ciclabili e marciapiedi. Cosa voleva ottenere Monderman? Voleva responsabilizzare i cittadini; fargli capire che nulla è dato per scontato sulle strade; creare un atteggiamento di rispetto verso gli altri, che essi siano pedoni o automobilisti. Risultato? Ci è riuscito. La consapevolezza di guidare in una città deregolamentata ha fatto ridurre gli incidenti, la velocità delle auto, il traffico. La città simbolo di questa sperimentazione è Drachten. Non c'è da stupirsi se il simbolo della città è una rotatoria in centro.
I cittadini hanno bene accolto queste iniziative partecipano attivamente alla ri-appropriazione delle strade. Di recente la popolazione locale ha fatto dipingere una strada di blu con la scritta bianca "Water is Life". Il motivo? Volevano far capire al comune che l'interramento del canale preesistente non era stato affatto gradito. Quanto deve essere bello vivere la propria città in questo modo...
La notizia che mi fa rabbrividire è che simili sperimentazioni verranno fatte pure in Italia: a Bologna pare che ci stia pensando il sindaco Cofferati.
Funzionerà?!? o Finirà o come per i quartieri popolari?!




Altri esempi di "città senza semafori"
Christiansen, Danimarca
Wiltshire, Inghilterra
Bohmte, Germania


Foto di...

9 commenti:

  1. ciao! vi ho recensito su ciao!
    il link è http://www.ciao.it/petra_dura_blogspot_com__Opinione_970470

    continuate così! ;)

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  2. mmm il link non si legge bene... non saprei come metterlo :(

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  3. ecco il Link

    che dire? grazie mille!!!
    è stata una vera sorpresa scoprire questa recensione... e io che credevo di annoiare mezzo mondo con questo blog... :D

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  4. E' bello vedere che il proprio lavoro è apprezzato... soprattutto visto i tempi sono ritagliati a fatica tra i mille impegni universitari -e anche qualcuno della la vita privata ogni tanto!!-
    Grazie anche da parte mia!

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  5. ancora non mi sono ripreso dalla sbronza dovuta ai complimenti, cmq non posso che concordare con serena... malgrado il nostro impegno è sempre più difficile poter aggiornare regolarmente il blog, ma non ci arrendiamo e continuiamo a sperare nella collaborazione di colleghi che vogliano mettere a disposizione il proprio materiale, così come facciamo noi...
    Per il resto voglio consigliarti tutti gli indirizzi che si trovano nella sezione "blog e siti Amici"... io li trovo tutti geniali e devo ammettere che sono sempre fonte inesauribile di idee per i post che scrivo... beh... adesso tocca a me fare i complimenti agl'altri!!! :D

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  6. Queto post tocca due argomenti per me centrali, per l'arcihtettura e l'urbanistica oggi.
    IL primo è l'illusione che con le architetture "esatte" si risolvano le situazioni sociali difficili. NOn basta Kenzo Tange a risollevare le sorti di un quartiere ghetto come Librino, visto dal resto della città come un luogo malfamato, pericoloso, sporco, da evitare. I problemi sono profondi e radicati e andrebbero discussi a lungo (i politici locali, si sa, hanno da fare ben altre cose... e pure quelli nazionali!).
    Secondo punto: responsabilizzare le persone dà buoni risultati: è forse per questo che nelle strade siciliane ci sono meno incidenti che in Lombardia. NOn sai mai come interpreterà il codice della strada l'autisti che ti sta davanti! Sembra forse un paradosso ma l'indiscplina aumenta la responsabilizzazione.
    Infine i miei complimenti per questo blog, che scopro solo oggi. Buon lavoro e a presto

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  7. Ho citato Kenzo Tange perchè il mondo intero si aspetta che i grandi architetti siano capaci di risolvere i molteplici problemi sociali che affligono le città. Quello che mi pare di aver capito dalla vicenda di Librino è che i politici abbiano inizialmente avuto il buon senso di contattare un architetto di fama mondiale per poi stavolgerne il progetto successivamente. Di chi è la colpa? Più che un fallimento dell'architettura, dell'urbanistica o della politica lo considero un fallimento della comunità catanese e ti spiego il perchè...
    Ultimamente sto lavorando a librino nella realizzazione di carte base per un progetto di tecnica urbanistica. Tutti i miei colleghi erano spaventatissimi per questo lavoro. Poi la professoressa chiede quanti di noi vi erano realmente stati. Risposta: 5-6 su un totale di 70 alunni. Come ho letto su un libro di Filippo Timi "le uniche cose di cui possiamo avere paura sono le cose che non conosciamo"... verissimo.
    A librino le persone mi fermano per chiedermi come possono rendersi utili al mio lavoro nella speranza che un semplice studio universitario possa trasformarsi in qualcosa di reale per loro.
    I catanesi hanno lasciato quel quartiere al suo destino. Se passate per la centralissima piazza stesicoro di ct alzate gli okki: W librino. Striscioni del genere si leggono ovunque ormai ed è impressionante il numero di iniziative che partono proprio da lì... Ma i catanesi non hanno minimamente cambiato opinione su questo quartiere. Colpa di Kenzo Tange? non credo

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  8. Complimenti vivissimi avete costruito un blog utilissimo e ricco di informazioni. Bravi!! Continuate cosi..

    Sono Placido un vostro collega di Ingegneria Edile-Architettura di Palermo.

    Vi ho scoperto da poco ma sarò un vostro "lettore" fidato ^_^

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  9. Grazie Placido...
    questo post è diventato il post dei complimenti?! fantastico :D
    però non fatemi diventare rosso... altrimenti poi mi monto la testa :P
    saluti a tutti

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