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Johnson Wax Building - Racine, Wisconsin, USA 1936 - Frank Lloyd Wright

Tesina scritta nell'ambito del corso di storia dell'architettura II

Nel 1886 Samuel Curtis Johnson acquistò la Recine Hardwere Manufacturing Company, un’impresa che realizzava parquet. Presto cominciò la produzione di paste in cera derivate da foglie della palma camauba brasiliana e di articoli per la manutenzione del pavimento. Con la diffusione di Glocoat, una cera per pavimenti autopulente, Herbert Johnson nipote del fondatore poté raddrizzare la proprie fortune e nel 1936 avviò la ricerca di una nuova sede per gli uffici.
L’edificio, realizzato da Wright, è progettato sulla base di un’unità di 20 piedi ed è costituito da tre livelli, entro cui si articola una varietà di ambienti: dalla sala grande dei veri e propri uffici fino al centro commerciale e il campo da gioco della squash.
Entrando attraverso un lungo percorso si giunge al carpost, il luogo di posteggio delle auto, dove è possibile constatare la presenza di pilastri a forma di fungo che sorreggono la struttura e scandiscono l’ambiente. Attraverso un atrio d’ingresso a tutta altezza si raggiunge la sala grande, sulla quale di affacciano la balconate del secondo piano e dove si svolgono le attività più importanti dell’azienda. Questo ambiente, come l’intero edificio, può essere letto ricorrendo a due temi principali: il tema della luce e quello della fabbrica.
Tutta l’architettura di Wright si fonda sul legame indissolubile tra architettura e luce. Lo spazio interno si esprime e parla di se stesso attraverso la luce. In quest’opera l’architetto americano abolisce le finestre e utilizza colonne fungiformi alte nove metri e cave, per permettere lo smaltimento dell’acqua piovana, e progettate in modo tale che potessero sostenere sei volte il peso loro imposto, probabilmente perché Wright avesse potuto ottenere il benestare della Winsconsin Building Commission. Secondo molti critici le colonne, che in realtà risultano abbastanza inutili dal punto di vista strutturale, considerato che sostengono solo il peso della loro sommità, sembrano di derivazione minoica e troviamo in parte conferma nel fatto che la ricerca formale di Wright fu sempre portata avanti guardando al passato, nel rispetto dei capolavori. Tuttavia lo stesso architetto afferma: ”Dimenticare tutti gli episodi “storici” dell’architettura a meno che non si riesca a considerarli come qualcosa di ben definito in un determinato tempo e in un determinato luogo”, riesce dunque a comprendere la storia alla luce del presente.
Queste colonne si aprono quindi sulla sommità, come ninfee, in dischi di cemento armato, tra cui sono incastrati cilindri in vetro, atti a modellare il soffitto e creare un’alternanza di luce e ombra, che dona al fruitore la sensazione di essere immerso in una vasca. In tal modo c’è contemporaneamente privacy e rapporto con l’esterno, l’impressione di essere rinchiusi, data dall’angolo e dai lati, viene abbandonata nel soffitto che permette di ottenere la luce necessaria e di far sa che nessuno veda ciò che si svolge all’interno dell’edificio.
L’utilizzo dei cilindri in vetro introduce il tema della produzione in serie e della macchina, che dev’essere utilizzata in quanto mezzo “che rende “moderne” queste nuove e rare opportunità offerte dal vetro”. Dunque anche fruendo della produzione in serie si reinventa la destinazione d’uso del materiale, concetto che verrà ribadito più tardi anche da Aalto.
Wright abbatte lo spigolo orizzontale all’altezza del cornicione, la cerniera tra parete e tetto, ponendo una superficie in vetro, forse con l’obbiettivo di decostruire la vecchia scatola formata dalle quattro mura, soffitto e pavimento e di mettere in pratica il tanto osannato concetto del “superamento della cornice”.
Il vetro utilizzato non è in lastre ma a forma di tubi di diverso diametro, che sovrapposti realizzano la misura di un’unità verticale di mattone più la malta. Si ricorre a tale metodo affinché le aperture potessero permettere la raccolta di luce e non siano permeabili alla vista. I tubi erano soggetti all’inquinamento e dunque alla polvere che si raccoglieva all’interno. Oggi con le nuove resine sintetiche si può ottenere lo stesso effetto evitando la sporcizia.
Il secondo e non meno importante tema a cui si fa riferimento è quello della fabbrica. Lo stesso Wright sostiene che nella costruzione di una fabbrica uno dei punti a cui deve puntare la ricerca architettonica è il rispetto dei valori umani implicati e la qualità di vita dei lavoratori. Il miglioramento del luogo di lavoro della moderna industria, rendendolo più dignitoso e soddisfacente è il principale elemento che riesca ad aumentare il livello di benessere degli impiegati e di conseguenza la loro efficienza lavorativa. I Johnson riuscirono a mettere in atto questo programma di sviluppo economico, poiché, realizzando un edificio interessante, eccitante e confortevole (dotato di centro commerciale, teatro, campo da squash, spazi verdi e ampie terrazze panoramiche), riuscirono a creare un rapporto di partecipazione con gli operai e a registrare un effettivo aumento dei profitti. Ciò è interpretabile come palese applicazione dello slogan“La forma segue la funzione”, creato da Sullivan, e adottato e portato avanti da Wright.
La varietà di soluzioni emerge anche nella cura dei particolari: sono stati utilizzati infatti più di 200 formati di mattoni per realizzare gli angoli curvi dell’edificio e della torre di ricerca, perfino il colore rosso cherokè è stato specificato dal costruttore.
Si esplicita in Johnson Wax Building il concetto di “architettura organica”, reso manifesto sulla base di sei punti fondamentali:
1 - Semplicità: l’eliminazione di tutto ciò che è inutile e superfluo;
2 - Tanti stili architettonici quanti stili personali: ogni edificio viene realizzato seguendo uno stile diverso volta per volta;
3 - L’edificio come elemento della natura: la natura che dona all’architetto la consapevolezza della realtà senza degenerare in sentimentalismo;
4 - Colori armonizzati col contesto: i colori devono essere mutevoli e pulsanti sull’esempio di quelli naturali;
5 - Mostrare i materiali nella loro realtà: ogni materiale ha il suo modo di esprimersi e non bisogna nasconderlo;
6 - Case con carattere: che vadano oltre le mode di un tempo ma che siano sempre valide per qualunque committente.
Niente meglio delle stesse parole dell’autore riescono a spiegare l’importanza dell’opera, questo è ciò che Wright afferma riguardo il Johnson Wax Building nella quarta conferenza svoltasi a Londra nel 1939: “…esso è privo di finestre, ha un impianto di riscaldamento incassato nel pavimento ed è dotato di aria condizionata…Di questo edificio penso che sia, tecnologicamente parlando, uno dei meglio costruiti al mondo. Esso rappresenta non solo un’opera veramente moderna ma è in fondo la realizzazione che più di ogni altra cosa eleggerei ad esempio del mio ideale organico…All’interno il peso e la massa paiono essersi dissolti e non ci sentiamo rinchiusi perché la luce esterna permea ovunque l’atmosfera interna”.
Poco tempo fa l’American Institute of Architects ha incluso l’edificio amministrativo e la torre di ricerca fra i diciassette edifici esemplari di Wright.


Bibliografia:
Zevi Bruno – Storia dell’architettura moderna, Einaudi 1973
Storre William Allin – Frank Lloyd Wright, Zanichelli 1997
Walkin David – Storia dell’architettura occidentale, Zanichelli 1986
Frank Lloyd Wright – Il futuro dell’architettura, Zanichelli 1985

11 commenti:

  1. Veramente illuminante, per quanto possibile per una tesina... Buona sintesi!

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  2. Sbalorditivo.... non sono riuscito a finirlo tutto vista la tarda ora, domani lo finirò sicuramente.
    Sto preparando Storia dell'Architettura 2, non è che avete materiale da inviare per caso?? ^__^ (vista l'ottima qualità)

    'night

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  3. Mi fa piacere sia stato interessante e utile...per quanto concerne le tesine, se avete necessità di qualcosa di specifico dite pure (il blog è al vostro servizio) e naturalmente provvederemo a pubblicarne il materiale in nostro possesso! Grazie ancora per i complimenti!!!

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  4. c'è niente sulla torre di questo complesso?! ed in particolare sulla tipologia delle strutture a nucleo centrale?!

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  5. Ciao
    volevo sapere se si riescono a trovare disegni di serramenti di Wright (in pianta) del periodo fine '800 - primissimi '900. magari se avete qualcosa...
    Grazie

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  6. spiacente...di quel periodo abbiamo giusto qualcosina sugli infissi tradizionali in legno (della Sicilia), ma nn credo sia ciò che stai cercando...

    a presto

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  7. Innanzitutto davvero complimenti...ottima recensione!comunque devo sostenere l'esame di architettura tecnica, devo realizzare una scheda tecnologica, mica avete materiale del johnson wax building più specifico(che definisca più specificamente la struttura, come fondazioni,scale solai ecc)? ve ne sarei davvero grato!complimenti!
    crazybiker3@libero.it

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  8. Innanzitutto davvero complimenti...ottima recensione!comunque devo sostenere l'esame di architettura tecnica, devo realizzare una scheda tecnologica, mica avete materiale del johnson wax building più specifico(che definisca più specificamente la struttura, come fondazioni,scale solai ecc)? ve ne sarei davvero grato!complimenti!
    crazybiker3@libero.it

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  9. Innanzitutto davvero complimenti...ottima recensione!comunque devo sostenere l'esame di architettura tecnica, devo realizzare una scheda tecnologica, mica avete materiale del johnson wax building più specifico(che definisca più specificamente la struttura, come fondazioni,scale solai ecc)? ve ne sarei davvero grato!complimenti!
    crazybiker3@libero.it

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  10. Come già consigliato, prova a dare un'occhiata ai seguenti link

    http://www.steinerag.com/flw/Artifact%20Pages/PhotoJW.htm

    http://www.greatbuildings.com/buildings/Johnson_Wax_Building.html

    http://www.peopleandplaces.us/wi/racine11.jpg

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  11. Scusate per l'enorme ritardo, cmq vi consiglio di andare nelle biblioteche, dove sicuramente troverete delle immagini più dettagliate. Cercate i libri elencati nella bibliografia alla fine del post!

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