Poco fa ho avuto modo di visitare un sito (http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=11923) e nel particolare di leggere un articolo (di architettura naturalmente). Dunque, vediamo un po', i punti chiave sono i seguenti:"Architettura della qualità contro edilizia della quantità","Con la Democrazia urbana trasformiamo le periferie in città" e molte altre incoraggianti affermazioni. Un intero articolo relativo al discorso, o per meglio dire al "problema", della riqualificazione dell'edilizia popolare.
Tante belle parole! ma la verità è che bisogna andare a guardare alle sue origini. Il problema rimarrà sempre tale fino a che non si smetterà di chiamarlo problema; mi spiego meglio: perchè dare tanto ad un'edilizia come quella dei numerosi centri commerciali e non a quella popolare, come se fosse un'architettura "lebbrosa"? Il solo male che la colpisce deriva da chi non riesce a porsi di fronte ad essa in modo analogo a come ci si porrebbe di fronte ad un'architettura residenziale o di destinazione. Non più "edilizia della quantità" ma edilizia del bilancio tra qualità e quantità, tra "forma e funzione". In fondo nella progettazione di un palazzo ciò che si chiede è proprio questo, e allora perchè quando si parla di architettura popolare lo si fa in modo a dir poco superficiale? Perchè anche un architetto di grande fama risparmia le sue doti quando si tratta di progettare per questa tipologia? Gli si chiede di progettare per il popolo, per i cittadini...ci si dovrebbe sentire più sfidati da un tale compito, e in realtà l'unica cosa che si riesce a fare sono vere e proprie prigioni o cimiteri (il che sembra davvero un insulto a quei bellissimi cimiteri immersi nella natura).
Tante belle parole anche queste? Fate sapere la vostra opinione al riguardo e per chi è curioso http://it.youtube.com/results?search_query=zen+palermo&search_type=
Nessun commento:
Posta un commento